L’Agcom propone l’adozione di un’Agenda Digitale nell’ambito dei provvedimenti sulle liberalizzazioni che «sappia governare la modernizzazione del Paese instradandola sulle reti e i servizi di nuova generazione». L’Autorità garante delle telecomunicazioni in una segnalazione inviata al governo, in particolare al Ministro Passera, sottolinea che «l’agenda digitale è uno strumento olistico di politica industriale che permette alle istituzioni di prevedere una serie di azioni coordinate per far crescere l’economia digitale».
Nel documento l’Authority sottolinea che al giorno d’oggi nessun altro settore come quello dell’ICT è grande di accelerare la crescita e lo sviluppo del paese. Soprattutto per le nuove generazioni. L’Agenda Digitale europea prevede una serie di obiettivi specifici e 101 azioni specifiche in tutti i settori dell’economia digitale. Fondamentale, nella costruzione dell’Agenda Digitale europea, è il coordinamento di azioni settoriali affidato ad un’unica cabina di regia (il Commissario per l’agenda digitale Neelie Kroes) e il monitoraggio degli obiettivi e indicatori della stessa agenda. Molto importante è anche il coinvolgimento degli stokeholders nello sviluppo e analisi del comportamento dei paesi rispetto agli obiettivi.
In ltalia, sottolinea ancora una volta l’Agcom, non esiste ancora un’Agenda Digitale intesa non solo come documento programmatico, ma come road map esecutiva verso i traguardi fissati a livello comunitario. L’Italia si sta digitalizzando troppo lentamente. E’ un paese che non pensa ancora digitale. Dai servizi postali, all’educazione ai lavori pubblici, dalla sanità al fisco, esiste un netto divario con i paesi più avanzati d’Europa. I dati di alfabetizzazione informatica, di copertura di rete fissa, e di sviluppo dei servizi on-line, sia sotto il profilo di utilizzo da parte dei consumatori che delle imprese, sono nettamente al di sotto della media UE. Si salva solo la diffusione della banda larga mobile, che dovrebbe svilupparsi inseguito alla recente assegnazione alla compagnie telefoniche delle frequenze per la tecnologia LTE. Anche il commercio elettronico nel nostro paese è poco sviluppato, l’ltalia è agli ultimi posti in Europa per la diffusione dell’e-banking, le pmi italiane non utilizzano internet per l’e-commerce o per la fatturazione elettronica. Pochissimi cittadini completano transazioni elettroniche con la Pubblica Amministrazione. Il peso di internet nel PIL italiano è ancora al 2,5% contro, ad esempio, il 7% dell’economia inglese.
Un’Agenda Digitale disegnata sulle esigenze nazionali risulta dunque il primo e imprescindibile tassello per la svolta digitale, consentendo la visione unitaria dell’ecosistema digitale che ancora manca, soprattutto con riferimento ai numerosi interventi di promozione a costo zero. Contestuale alla definizione di un’Agenda Digitale è quella di una ”cabina di regia” che armonizzi o comunque renda trasparente l’azione dei diversi attori coinvolti nella realizzazione dell’agenda: Governo, Regioni, Enti locali ed Autorità. In Europa, come detto, questo ruolo è affidata al Commissario Kroes; in ltalia deve essere il Ministro dello sviluppo economico.
L’Agcom quindi propone di inserire nella legge sulle liberalizzazioni, prevista dal governo Monti, alcuni interventi per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda Digitale europea:
- Migliorare l’analfabetismo digitale italiano al 40% tra i tassi più alti in Europa, con l’informatica nelle scuole, la formazione dei docenti, e campagne pubblicitarie ad hoc sulle televisioni;
- Promuovere le transazioni on-line, con norme che agevolano l’uso delle tecnologie digitali al cittadino, e con l’introduzione dell’identità elettronica e della cartella clinica elettronica, e infine con l’obbligo per tutte le PA di accettare pagamenti elettronici;
- Promuovere la diffusione della moneta elettronica e dell’e-commerce;
- Promuovere la realizzazione delle reti fisse di nuova generazione (fibra ottica), che regolino il mercato e agevolino l’introduzione nelle PA;
- Attuare una politica per lo spettro radio, per la liberazione di nuove risorse frequenziali per lo sviluppo delle reti wireless a banda larga;
- Favorire la circolazione dei contenuti digitali e un ambiente più concorrenziale nell’accesso alle risorse per i media;
- Favorire l’uso sociale della tecnologia.
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