L’Agcom ha avviato la consultazione pubblica al fine di ricevere osservazioni o commenti per quanto riguarda la liberazione della banda 700 MHz. Dall’asta per le frequenze liberate lo Stato prevede di incassare almeno 2,5 miliardi di euro.
La consultazione pubblica, si legge nel documento dell’Autorità per le Garanzie per le Comunicazioni, riguarda le regole per l’assegnazione e l’utilizzo delle frequenze disponibili nelle bande 694-790 MHz, 3.600-3.800 MHz e 26.5-27.5 GHz inserite nella delibera 89/18/CONS. I soggetti interessati all’asta hanno 30 giorni per rispondere alla consultazione pubblica, dopo di che verrà emanato il regolamento che fungerà da base per l’asta prevista entro fine anno.
Conformemente a quanto previsto dalla Legge 27 dicembre 2017 numero 205 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale numero 302 del 29 dicembre 2017, la direzione generale pianificazione e gestione dello spettro radioelettrico del Ministero dello sviluppo economico ha deciso di ordinare un calendario nazionale per assicurare il rilascio delle frequenze da parte di tutti gli operatori di rete, titolari di relativi diritti d’uso in ambito nazionale e locale, e la ristrutturazione del multiplex contenente l’informazione regionale da parte del concessionario del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale.
La consultazione quindi, servirà a creare una vera e propria road map per sviluppare il 5G in Italia passando però da un periodo di transizione che andrà dal 1° gennaio 2020 al 30 giugno 2022, finalizzato all’attuazione degli obiettivi della decisione (Ue) 2017/899, del 17 maggio 2017.
Quest’ultimo accordo prevede che entro il 30 giugno 2020 gli stati membri autorizzino l’uso della banda di frequenza dei 700 MHz mentre la banda di frequenza 470-694 MHz, cioè quella al di sotto dei 700 MHz, rimanga disponibile almeno fino al 2030 per la fornitura terrestre di servizi di trasmissione, inclusi i servizi televisivi liberamente accessibili.
Dal 1° luglio 2022 la banda 700 MHz ora occupata dalle tv, secondo la Legge di Bilancio, dovrebbe essere disponibili per le telco in maniera generalizzata. I diritti d’uso delle frequenze avranno validità fino al 31 dicembre 2037, cioè per 15 anni e potranno essere rinnovati per una volta sola.
Bando 700 MHz
In gara 30 MHz di questa porzione di spettro. 6 lotti da 5 MHz accoppiati ciascuno, con un cap di 15 Mhz. Base d’asta di circa 2,1 miliardi per 30 MHz accoppiati.
Il documento in consultazione prevede poi di riservare una parte dello spettro liberato (5 0 10 MHz) per gli operatori tlc nuovi entranti in modo da aprire il mercato del 5G alla concorrenza, fornendo a questi operatori la possibilità di copertura capillare del territorio.
Bando 3.6 – 3.8 MHz
In gara 3 opzioni di packaging dei lotti nazionali: 2 lotti da 100 MHz, 4 lotti da 50 MHz, 2 lotti da 80 MHz+1 lotto da 40 MHz. I diritti durano 19 anni. Base d’asta di circa 300 milioni di euro su 200 MHz.
Bando 26 GHz
Nell’asta ci sono 5 lotti nazionali da 200 MHz ciascuno. Cap a 400 MHz (un aggiudicatario può acquisire al max 2 lotti). I diritti durano 19 anni. Base d’asta di circa 140 milioni di euro per 1 GHz.
La tabella di marcia quindi, verrà elaborata tenendo conto sia degli accordi internazionali firmati dall’Italia con i paesi confinanti, sia di quanto contenuto nella bozza di Piano nazionale di assegnazione delle frequenze (PNAF) da destinare ai servizio televisivo digitale terrestre, rilasciato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni in data 29 marzo 2018.
I contributi degli operatori, che verranno sottoposti ad un regime di riservatezza da parte del Ministero, dovranno pervenire entro il 6 maggio 2018 all’indirizzo email: [email protected].
Fonti: agcom.it – ItaliaOggi