Tra il 2010 e il 2014 i 5 maggiori gruppi televisivi in Italia hanno cumulato 319 milioni di euro di perdite, con risultati positivi di Mediaset (323 milioni di utili cumulati) e Sky Italia (86 milioni) che non sono riusciti a bilanciare il rosso della Rai (287 milioni) e di La7 (444 milioni). È quanto emerge dal focus sul settore tv realizzato da R&S Mediobanca.
Gli anni peggiori sono stati il 2012 (-821 milioni) e il 2013 (-58 milioni), mentre nel 2014 l’aggregato è tornato in utile per 90 milioni di euro grazie soprattutto alla plusvalenza sui conti Rai derivata dal collocamento in Borsa di Rai Way. Nel 2014 La7 ha ridotto la perdia a 10 milioni. Mediaset invece ha chiuso in perdita solo il 2012 (-287 milioni, in buona parte motivato da svalutazioni straordinarie), mentre Sky Italia ha chiuso in rosso rispettivamente di -51 milioni e -10 milioni solo nel 2012 e 2013.
Cala in tutti i gruppi il volume degli investimenti: il tasso in immobilizzazioni materiali è stato mediamente pari al 10,5% nel 2010-14 per Sky, al 5,5% per Mediaset e al 3,9% per la Rai e nel 2014 tutte le società hanno ridotto il loro tasso di investimento rispetto all’anno precedente. Sul fronte dei ricavi, la flessione registrata negli ultimi 5 anni è stata del 13%, con i cinque operatori (nello studio è stata considerata anche Discovery Italia) che hanno pagato il calo della raccolta pubblicitaria (-21,7%) più che del canone Rai (-5,5%).
Lo studio di Mediobanca riporta inoltre che il tasso di evasione del canone della Rai è tra i più alti d’Europa (30,5% nel 2014) rispetto al resto delle televisioni pubbliche europee. Nel Regno Unito è pari al 5%, ed è praticamente assente in Francia e Germania (1%). L’evasione è aumentata rispetto al 2013, quando era pari al 26% circa, e raggiunge picchi compresi tra il 37 e il 40% nelle isole e al Sud. Al Nord Italia si ferma al 26%, con livelli minimi in Alto Adige (18%) e in Friuli (20%), ma Milano sfiora il 42%, tasso superiore a Roma (38%). Le province con il più alto tasso di evasione sono Crotone (56%), Napoli (55%) e Catania (53%). Mediobanca ricorda che il canone Rai è tra i più bassi rispetto ai maggiori Paesi europei: in Italia sono 113,5 euro rispetto ai 215,8 euro in Germania e ai 175,3 euro del Regno Unito. La Rai compensa i bassi incassi derivanti dal canone con la pubblicità, che invece è assente in BBC e Rtve, ed è limitata nella tv pubblica francese e tedesca.
Secondo Mediobanca, con l’addebito del canone in bolletta elettrica l’introito aumenterebbe di circa 420 milioni dai 1.569 del 2014 (attualmente mancherebbero 600 milioni l’anno dall’imposta più odiata dagli italiani) e viale Mazzini diventerebbe il primo gruppo tv per ricavi in Italia, avvicinandosi a France Télévisions, con circa 2,9 miliardi di fatturato contro gli attuali 2,45.
Fonti: ItaliaOggi | ilfattoquotidiano.it
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