Sembra esserci una soluzione (praticabile ma dispendiosa) per il difficile problema delle interferenze sul segnale tv del digitale terrestre creato della nuove antenne della tecnologia LTE, la quarta generazione di reti mobili, oggetto dell’asta da quasi 4 miliardi di ricavi per lo Stato pagati dagli operatori mobili per le nuove frequenze.
Dopo mesi di polemiche tra gli stessi operatori (le interferenze riguardano principalmente, ma non solo, le frequenze telefoniche più vicine allo spettro assegnato alle tv), secondo La Repubblica, si è ora giunti all’accordo con la recente approvazione del regolamento. Accordo che è già in parte operativo perché sposa la soluzione individuata dalla FUB, la Fondazione Ugo Bordoni, e messa nero su bianco con la “convenzione- ponte” stipulata tra le telco mobili e la stessa Bordoni.
La FUB ha anche calcolato una prima stima del valore complessivo dell’operazione «filtri»: perché tutto si risolverà con l’applicazione sulle antenne tv. «Abbiamo stimato che ne occorreranno circa 700 mila – spiega Alessandro Luciano, che della Fondazione Bordoni è da un anno e mezzo il presidente, dopo essere stato commissario dell’Agcom e membro del Cda di Enel – La nostra valutazione è che ovviamente il problema c’è, e si sentirà quando, tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo, gli operatori mobili inizieranno ad accendere più intensamente le nuove reti 4G. Ma non ci saranno black out diffusi. Saranno piuttosto interessate al fenomeno solo aree circoscritte attorno alle nuove antenne LTE».
«D’altra parte va detto la qualità del segnale tv del digitale terrestre non è ottimale per diversi canali e in alcune aree del paese. Ma questo è un altro problema, che i filtri non peggioreranno né miglioreranno: si limiteranno a ripristinare la situazione antecedente all’accensione delle nuove antenne».
Ma il compito della Bordoni, che è un’istituzione di ricerca nel settore dell’Ict vigilata dal Ministero dello Sviluppo Economico, non finisce con la fase di studio. La Fondazione si è infatti anche assunta il compito di realizzare un sito Internet (www.helpinterferenze.it) per conto del Ministero dello Sviluppo dove gli utenti potranno segnalare i casi di malfunzionamento e ricevere la visita di un antennista per l’installazione del filtro entro 4-5 giorni. Intervento che sarà gratuito ma solo per gli utenti in regola con il pagamento del canone Rai dell’anno in corso. Gli altri telespettatori saranno costretti a sborsare ancora altri quattrini per vedere la televisione…
Il Ministero sta già predisponendo un elenco ufficiale di antennisti, mentre sono stati già definiti gli standard tecnologici per i filtri da installare. Aspetto importante, visto che sono già in circolazione filtri “low cost” ma in larga parte inutili: «Gli interventi che metteremo in campo – spiega ancora Luciano – saranno effettuati tutti e solo con filtri con prestazioni ottimali e saranno quindi definitivi, anche se dovessero essere accese ulteriore antenne LTE nella zona interessata». Nel complesso la Fondazione Bordoni stima che il costo per gli operatori mobili sarà sostanzioso ma non elevatissimo: qualche decina di milioni di euro, ma sicuramente al di sotto dei 100 milioni, una frazione minima su un investimento complessivo per il settore di poco meno di 5 miliardi, che si vanno ad aggiungere ai costi sostenuti in asta per l’aggiudicazione delle frequenze.
Fonte: Repubblica Affari&Finanza