Assenza di segnale, problemi di risintonizzazione, confusione nell’individuazione delle frequenze, assenza di punti di riferimento: questi i problemi più ricorrenti per il digitale terrestre che stanno facendo letteralmente saltare i nervi ai telespettatori della Puglia. Non mancano inoltre problematiche relative al fatto che la numerazione dei canali (LCN) attribuita dal Ministero sul telecomando non corrisponde.
Ora, per le criticità, si corre ai ripari con «interventi sulla sintonizzazione e sul “puntamento” dei ripetitori, più controlli e informazione ai cittadini» fa sapere il presidente del consiglio regionale Onofrio Introna, che «ha preso atto del pacchetto di iniziative messe a punto dal Corecom, per affrontare le disfunzioni che si verificano quotidianamente dopo lo switch-off».
A tre mesi dall’avvento del digitale, i problemi maggiori si riscontrano tra Capitanata e Subappennino, a Bari, nella Bat e in qualche comune del Salento. «Nelle ultime settimane la Rai, soprattutto, e Mediaset hanno mostrato criticità senza rimedio. Il Corecom, attraverso le segnalazioni raccolte dalle associazioni dei consumatori, ha predisposto una tabella delle disfunzioni sull’intero territorio regionale – è scritto nella nota – . Secondo tecnici e antennisti, i problemi si protrarranno. Il consiglio è sempre di tentare una nuova sintonizzazione delle frequenze, nella speranza di ritrovare i canali persi».
«Pur considerando che la Regione Puglia non ha competenze e che la materia fa capo al Ministero delle Comunicazioni – fa notare Introna – il Corecom ha cercato di venire incontro alle attese degli utenti, mettendo in atto alcune misure di pronta attuazione. Si va dalla convocazione presso il Corecom dei responsabili Rai, Mediaset e La 7 per rivedere il puntamento degli impianti nelle zone ad alta criticità, con la collaborazione dell’Ispettorato Territoriale delle Comunicazioni. Rai e Mediaset dovranno anche correggere la cattiva sintonizzazione dei ripetitori e dare ampia comunicazione all’utenza sulle soluzioni».
«Saranno coinvolte le emittenti locali che hanno a loro volta problemi di diffusione del segnale e si punta a consolidare il rapporto con le associazioni dei consumatori, per continuare il monitoraggio, attraverso i loro punti di ascolto. Spiegazioni e risposte dei tecnici Rai e Mediaset verranno diffuse sui siti istituzionali di Regione e Comuni. Verranno inoltre pubblicizzati i numeri assegnati alle emittenti sul telecomando, per facilitare il riconoscimento tra le tante frequenze disponibili», conclude la nota.
La Gazzetta del Mezzogiorno, in merito ai problemi televisivi, ha intervistato Eva Spina, dirigente del Ministero dello Sviluppo Economico che si occupa appunto della transizione al digitale terrestre. Secondo la dottoressa Spina i disservizi lamentati dagli utenti pugliesi sono causati principalmente dai problemi di ricezione degli impianti d’antenna dei cittadini. Ma il problema, ammette, è connesso anche al livello basso di segnale tv.
Cosa dovrebbero fare perciò tutti i cittadini che non vedono nulla? «La casistica è variegata. – afferma – Ricordo che il sindaco di Manfredonia ci aveva inviato una nota in cui i cittadini lamentavano problemi ma quando il nostro ispettorato territoriale ha fatto le verifiche è emerso che i problemi riguardavano le antenne. Ci possono essere problemi di vario tipo, perchè spesso e volentieri alla propria antenna non ci si pensa e non si realizza la manutenzione. Non esiste un caso univoco. I problemi variano da persona a persona». A da impianto ad impianto. E comunque, aggiungo io, le problematiche e i disservizi dipendono anche fortemente scarsa informazione elargita al cittadino, rimasto ignaro delle complicanze digitali e privo di programmi tv.
La responsabile del dicastero per le comunicazioni nega inoltre l’accusa lanciata da Introna sulla mancanza di segnale tv della Rai. Ma annuncia allo stesso tempo eventuali verifica sulla copertura della tv di Stato in Puglia. Verifiche che dovrebbero eseguire i tecnici e i mezzi del Corecom pugliese, che a detta del presidente, Felice Blasi, non ha i fondi necessari per la benzina e per controllare il territorio».
La soluzione del problema ha tempi non quantificabili, continua la dott.ssa Spina. «Se c’è un problema dell’impianto interno persisterà. Sembra strano che ci siano zone del Mux 1 della Rai con segnale completamente assente. Se ci fossero queste zone i problemi ci sarebbero stati anche prima in analogico e in quel caso la Rai assicura la copertura del segnale tramite il decoder di Tivù Sat, che è un decoder satellitare che ha più o meno lo stesso costo ed è oggetto di contributo statale che consente di vedere i canali nazionali in chiaro dalle principali tv nazionali».
La dottoressa Spina è consapevole che all’acquisto di un decoder satellitare si somma l’acquisto e l’installazione ben più onerosa di un impianto satellitare con parabola? E il Ministero dello sviluppo è a conoscenza che i propri contributi statali (per altro già scaduti) erano validi solamente per i cittadini di età pari o superiore ai 65 anni con basso reddito?
Fonte : La Gazzetta del Mezzogiorno