Il Cda Rai si avvia alla scadenza prevista per il 28 marzo, giorno della pubblicazione del Bilancio, e ancora non si sa cosa accadrà. Scartata l’ipotesi di revisione della legge Gasparri, il governo, sotto le pressioni del Pdl, starebbe pensando a una riforma soft di governance con l’elezione di un direttore generale-commissario dai super poteri. C’è però chi sospetta che l’esecutivo possa optare per la proroga dell’attuale mandato del Consiglio Rai, per poi procedere alle riforme interne di governance.
Di certo il dg Lorenza Lei ha dalla sua parte il Vaticano e la Cei, che contano e non poco in questo governo “tecnicamente” cristiano. I movimenti cattolici, il mondo dell’associazionismo e il giornale dei vescovi Avvenire hanno infatti difeso con forza il dg Rai nella querelle scoppiata tra il direttore di Rai 4 Carlo Freccero con il giornalista di Libero, Francesco Borgonovo, reo di aver fatto spostare la serie tv “Fisica o chimica” in fascia protetta anziché al pomeriggio. E recentemente è stata sempre la Lei, dopo contatti importanti con la Cei e in particolare la «lobby» che all’interno della Conferenza episcopale italiana si occupa di famiglia, Il Forum delle famiglie, a togliere dai contratti la contestatissima clausola, inserita nel contratto degli autonomi che lavorano per viale Mazzini, che prevedeva la risoluzione del rapporto di lavoro in caso di maternità. Contano per la Lei anche i numeri: dopo cinque anni di perdita, con un buco da centinaia di milionidi euro, nel Bilancio Rai di quest’anno, grazie al Piano straordinario attuato (con pesanti tagli ed esternalizzazioni), ci sarà «un piccolo utile di qualche milione» ha dichiarato il dg.
Ma le ipotesi per l’assalto politico alla dirigenza Rai si sprecano. Oltre ai soliti noti che rimbalzano tra i papabili per le poltrone della super direzione generale e della presidenza, c’è da tenere d’occhio cosa farà la Lega di Umberto Bossi. Il Carroccio mira alla poltrona di presidente Rai, per la quale la candidata ideale potrebbe essere Giovanna Bianchi Clerici, il cui mandato come consigliere non è più rinnovabile, ma essendo la presidenza Rai una designazione che spetta al premier, magari si potrebbe trovare l’escamotage. O si potrebbe trattare. In seconda battuta Bossi potrebbe far entrare in partita l’ex capogruppo alla camera Marco Reguzzoni, che ancora aspetta di essere ricompensato dal sacrificio compiuto (il passo indietro fatto quando ci fu lo strappo tra il senatur e i maroniani). Comunque la Lega come primo partito dell’opposizione, secondo le assurde regole della Gasparri, pretende la poltrona di presidente di viale Mazzini.
Fonte : ItaliaOggi
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