Santoro: con Servizio Pubblico faremo la tv scomoda al potere

Giovedì 3 novembre alle ore 21 si comincia. Va in onda Servizio Pubblico, il nuovo programma multipiattaforma di Michele Santoro.

La nuova trasmissione crossmediale, che ha appena ingaggiato nella squadra di Annozero anche il giornalista Sandro Ruotolo, e che nella sua prima puntata si intitolerà “Scassare la casta“, potrà essere seguita nelle sue 26 puntate programmate su una rete capillare di tv locali sul digitale terrestre, su Sky (Sky Tg24 canale 100 e su Sky Tg 24 Eventi canale 504), e in streaming sui siti Web di serviziopubblico.it, sul corriere.it, su repubblica.it, sul ilfattoquotidiano.it, e sulla pagina Facebook del programma. (In diretta anche su Tv Digital Divide)

Intanto l’iniziativa lanciata dal popolare conduttore e dalla sua società editoriale Zerostudio’s continua a mietere successi soprattutto sul Web. Nella conferenza stampa di oggi presso la sede del FSNI, indetta per la presentazione del programma, Santoro ha dichiarato che la raccolta di partecipazioni all’impresa sociale Servizio Pubblico ha raggiunto l’incredibile cifra di quasi 1 milione di euro, con 93 mila persone che hanno versato 10 euro di quota. Lo stesso sito Web ha fatto registrare un record dopo l’altro: 1 milione di view dalla sua apertura, e 500 mila visualizzazioni sulla pagina dedicata di YouTube.

«Il fatto di aver raccolto quasi un milione di euro di sottoscrizione popolare è il segno che la gente premia quelle iniziative editoriali che non hanno un padrone politico o imprenditoriale», spiega Cinzia Monteverdi, presidente del Cda di Servizio Pubblico che sottolinea come il modello adottato sia stato quello del Fatto Quotidiano, un organo stampa che ha fatto dell’indipendenza dai potentati la sua cifra stilistica ed editoriale.

«Il programma che ci riporterà in onda a partire da giovedì prossimo non sarà la versione povera di Annozero» ha dicharato Michele Santoro durante la conferenza stampa. «Non avrà l’aspetto di un programma minore. C’è grande entusiasmo fra le maestranze degli studios di Cinecittà da dove irradieremo il nostro segnale. E questo è il segno che Roma, oltre a essere la capitale della politica, è anche il punto nevralgico della produzione di contenuti audiovisivi. Un’energia creativa che, come in Rai, rischia di essere soffocata dal peso e dall’invadenza dei partiti». L’immagine che l’ex conduttore di Rai Due utilizza per raccontare il nuovo studio è una gru, simbolo dei diritti negati e della protesta più estrema, quella che mette a rischio l’incolumità stessa di chi decide di salirci sopra per dare visibilità alla propria battaglia: «In questi ultimi anni tanti italiani e migranti sono dovuti salire sulle gru per riaffermare diritti violati. Ora ci saliamo anche noi perché come loro, la nostra televisione è senza cittadinanza».

La scelta innovativa di trasmettere sul Web, proseguendo la strada tracciata da Raiperunanotte e Tutti in piedi!, si collega anche alla nuova tendenza di fruizione dello spettatore tv. Secondo Santoro, infatti, «ormai anche lo spettatore più pigro usa il telecomando come si usa Internet», ovvero sceglie cosa guardare e quando farlo. «Un atteggiamento completamente diverso da quando, sonnecchiando sul divano, ci sciroppavamo un palinsesto già scritto dal decisore di turno». Al contrario, Santoro sta preparando una televisione «scomoda al potere», perché non esiste «servizio pubblico se non è al servizio dei cittadini». E soprattutto sarà la voce di tutti quelli che pensano che «la televisione italiana faccia schifo».

9 thoughts on “Santoro: con Servizio Pubblico faremo la tv scomoda al potere

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.