Secondo Il Fatto Quotidiano il dg della Rai Lorenza Lei è furibonda. Ai tempi non lontani della reggenza di Mauro Masi, nonostante il ribasso dei ricavi provenienti da Sipra, i dirigenti della concessionaria pubblicitaria consociata di viale Mazzini si spartirono oltre 600 mila euro di premi per festeggiare il risultato del 2010 che ammontava a un miliardo e 30 milioni di euro previsti e un miliardo e 31 milioni di euro in cassa.
L’amministratore delegato di Sipra Aldo Reali con l’aiuto di Masi premiò se stesso con 150 mila euro e assegnò 13 mila euro a testa per una trentina di illustri dirigenti. Ma i premi di Sipra, svelati nel 2011 dalla dirigenza Rai, si scontrano con le stime al ribasso della raccolta pubblicitaria di quest’anno che vede calare gli introiti a 1,05 miliardi (-67 milioni di euro). Il dg Lei ha infatti deciso che per i prossimi due anni non verranno assegnati i tradizionali premi di produzione e neanche le gratifiche in busta paga.
Ma la storia, svelata dal Il Fatto, non finisce qui. Per un mese i due alti dirigenti si scambiano numerose lettere con posizioni discordanti: per Sipra i soldi in premio sono necessari a motivare l’azienda, mentre per la dirigenza Rai è uno spreco enorme in tempi di tagli. Il direttore generale Lei alla fine ordina seccata la restituzione dei soldi e la versione ufficiosa di viale Mazzini descrive che Sipra, ormai battuta, abbia avviato la “procedura” per restituire l’ammontare dei premi. Il Fatto però sottolinea che anche Lorenza Lei, prima delle meritate ferie, abbia richiesto un sostanzioso aumento di stipendio in modo da adeguarlo a quello dell’ex dg Masi (715 mila euro l’anno), nonostante la crisi dell’azienda tv pubblica e la fine del mandato di direttore generale ad aprile.
Insomma, la concessionaria della raccolta della pubblicità della Rai, in grado di muovere un giro d’affari consistente (il secondo del mercato pubblicitario tv) ma di fare molti meno guadagni (se messa a confronto con Mediaset e La7), si è concessa un lauto premio di risultato senza avere ottenuto alcun buon risultato. Viale Mazzini cerca di predicare l’austerità e di punire Sipra per il fallimento stagionale, e deve prepararsi ad affrontare un anno privo di star della tv e di programmi di punta come Annozero e Vieni via con me. Ma le politiche di austerity della Rai contro l’asset della raccolta pubblicitaria appaiono ai più accorti come fumo negli occhi in modo da smorzare la rivolta dei sindacati e dei dipendenti che avvertono sulla propria pelle la crisi della televisione pubblica.
Fonte: Il Fatto Quotidiano
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