Il ministro dell’Interno Maroni il 15 dicembre ha presentato al Senato una proposta di legge (n. 2494) che dovrebbe abrogare il famigerato articolo 7 del decreto Pisanu in materia di accesso al Wi-Fi pubblico, che obbliga da ben 5 anni ogni utente all‘identificazione con documento.
La rigorosa norma anti Wi-Fi varata nel 2005, citata anche dall’odierno disegno di legge come caso unico in tutto l’Occidente, è stata prorogata ogni anno nel decreto Milleproroghe, ufficialmente per ottenere un potente strumento di controllo al servizio dell’ordine pubblico e per combattere il terrorismo, e in via non ufficiale per concedere un bel vincolo di mercato a favore di Telecom Italia.
Ora l’articolo 3 del nuovo disegno di legge propone una netta cancellazione, promessa dal ministro Maroni nel settembre scorso, di quegli obblighi che limitano l’accesso pubblico a Internet e che hanno impedito la nascita di un mercato del Wi-Fi nel nostro paese. Inoltre la proposta non prevede le forme di identificazione più leggere o indirette per l’accesso agli hot-spot wireless, ipotizzate in prima istanza dal ministro e richieste a gran voce dal Viminale come strumento per combattere il terrorismo.
Tutto bene quindi per la libertà del Wi-Fi in Italia? Non proprio. Prima di tutto bisogna considerare che la proposta n. 2494 è appunto solo un disegno di legge che potrebbe subire modifiche e revisioni importanti. Paolo Gentiloni (PD) afferma poi che l’abrogazione dell’articolo 7 del decreto Pisanu è già prevista nel Milleproroghe di quest’anno, che sarà approvato domani dal Consiglio dei ministri, dato che nella stesura del documento di fine anno non è stata inserita nessuna proroga sul Wi-Fi.
Inoltre in molti tra gli addetti ai lavori ipotizzano realisticamente che la proposta non riuscirà a completare l’iter per essere approvata a legge entro la fine dell’anno. Le previsioni più ottimistiche prevedono un’approvazione alla Camera in gennaio e al Senato in febbraio. Si teme quindi che il disegno di legge finisca in un limbo o addirittura nel dimenticatoio, e che possa essere rimpiazzato da altre proposte più o meno rigide in materia di accesso wireless a Internet.
Aggiornamento 23/12/2010: il c.d. di fine anno del Milleproroghe approvato dal Consiglio dei Ministri non ha rinnovato le misure del decreto Pisanu sul Wi-fi. Ma lo stesso decreto non è stato abrogato. Sono state abolite le norme sull’identificazione e sulla registrazione degli utenti che hanno accesso agli hot spot pubblici. Permane invece il comma 1 dell’art.7 del decreto Pisanu che obbliga la richiesta di una licenza alla questura per poter offrire connettività pubblica. Per la modifica o l’abrogazione del decreto sarà necessario un ddl apposito.
Si prefigura un giallo sull’effettiva normativa del decreto Milleproroghe che dovrebbe finalmente liberalizzare il Wi-fi in Italia.
Al termine del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, ministro della Gioventù, afferma: “Sarà un piccola grande rivoluzione la liberalizzazione del Wi-Fi, conseguenza della decisione di non prorogare la validità del decreto Pisanu. Da lungo tempo il mio ministero si batteva per la cancellazione di una normativa senza eguali nel mondo occidentale. Oggi la possibilità di sedersi al tavolino di un bar e connettersi alla rete con il proprio portatile è una consuetudine per i cittadini di tutte le nazioni sviluppate. Gli stessi proponenti originari della norma avevano ammesso ormai da tempo la scarsissima utilità per il contrasto al terrorismo di questa norma, che invece si è rivelata un grave ostacolo per la diffusione del libero accesso alla rete, e dunque per lo sviluppo dell’Italia”.
Ma non si capisce se il Decreto Pisanu è stato abrogato definitivamente o solamente non prorogato.
Antonio Palmieri (Pdl) riporta una versione più approfondita della questione spiegando che il decreto Milleproroghe prevede l’abolizione delle norme sul Wi-Fi tranne che nel comma 1 dell’art.7 relativamente alla necessità di una licenza per poter offrire connettività pubblica: nessuna identificazione, nessuna registrazione, ma permane l’obbligo di presentare in Questura apposita richiesta.
Roberto Cassinelli (Pdl) aggiunge: “La parte del decreto Pisanu che prevede i ben noti paletti all’utilizzo degli access point pubblici e wi-fi non ha scadenza, sicché nulla ha a che vedere col c.d. Milleproroghe. È necessario che il Governo presenti un ddl (oppure che il Parlamento esamini uno dei ddl già presentati dai parlamentari) in cui si proponga l’abrogazione o la modifica dell’art. 7 di tale decreto. È questa l’unica via per superare il Pisanu”.
Per cancellare le strette regole sul Wi-Fi ci si dovrà affidare quindi al Disegno di Legge Maroni già pronto in Senato per la discussione, ma ancora non calendarizzato che nelle migliori delle situazioni potrebbe essere approvato in febbraio.